Dalla "Great Resignation" al "Quite Quitting"

Dalla "Great Resignation" al "Quite Quitting"

una generazione di nuovi talenti o di rampolli viziati?

Ce ne siamo accorti tutti: i ragazzi mollano!

Ah, prima di inziare a polemizzare ci tengo a precisare che questo post riporta una mia opinione (molto personale e assolutamente discutibile) che deriva da esperienze vissute in prima persona, per cui viziate dal mestiere che faccio e dalle persone che frequento.

Ma quello che è peggio è che i media continuano a pubblicare una quantità spropositata di illazioni in cui si lascia intendere che siamo di fronte ad una grande presa di coscienza da parte dei giovani talenti che non ci stanno più a farsi sfruttare.

Per cui, a detta di molti, la soluzione sarebbe che le imprese attuassero questi cambiamenti:

  • Offrire flessibilità e Smart Working

  • Includere i lavoratori nelle decisioni strategiche

  • Essere più innovativi

  • Promuovere l'inclusione (esaltare le diversità presenti in azienda)

Il Risveglio

Quindi, riepilogando, negli ultimi due anni improvvisamente ci si è risvegliati da uno strano torpore per cui ora tutti vediamo chiaramente quanto siamo stati sfruttati e decidiamo di cambiare azienda perché quella in cui lavoriamo è "noiosa".

La cosa mi sembrerebbe sensata se a cambiare lavoro fossero i lavoratori con maggior esperienza, tuttavia il fenomeno è prevalentemente legato ai giovani talenti.
Non che i senior non cambino, anzi conosco personalmente dei quarantenni che si sono rimessi a studiare ed hanno cambiato completamente i propri orizzonti.

Ma un giovane laureato senza esperienza non è un "senior" di qualcosa, è un giovane talento che sta cercando di capire come funziona quà fuori nel mondo analogico.

La Verità del Mondo Analogico

E qua fuori è dura. E' dura se vuoi fare impresa e lanciarti in una modaiola StartUp, è dura se vuoi buttarti nel mondo del lavoro salendo in corsa su un treno lanciato a 300 all'ora ed è dura anche se stai fermo ad aspettare che succeda qualcosa.

Quello che vedo accadere è che molti, nell'indecisione, se ne stanno fermi ad attendere "opportunità". E le opportunità non tardano visto che il "Great Miss Match" (termine in voga per dire che non si trova uno straccio di tecnico esperto manco a pagarlo oro) spinge le imprese ad investire in personale tecnico inesperto in overbooking con la speranza che qualcuno riesca ad acquisire qualche skill utile nell'arco di meno di un triennio.

Si Vive Una Volta Sola (You Only Live Once)

YOLO, la genialità di oltreoceano che ci ricorda che prima o poi (toccatina di rito) toccherà pure a noi.

A parte gli scherzi, si tratta di una "serendipità" che apre gli occhi e spinge molti a fare impresa su quello in cui credono. Top, tanto di cappello e niente di meglio per realizzare la propria vita ed i propri sogni. Io l'ho fatto e 30 anni fa ho scelto di fare impresa e buttarmi a costo di sacrifici immani.

Ma, c'è un ma.
Il ma è che tocca fare i conti con il "Great Miss Match", con la "Great Resignation" e pure col "Quite Quitting".

Tradotto in parole analogiche, vuol dire che tu, giovane rampollo pieno di aspettative, una volta che avrai aperto la tua StartUp super cool e trovato "investor" e "business angels" che credono in te, avrai poi a che fare con i tuoi coetanei che:

  • stanno facendo StartUp e cercano solo un lavoro di appoggio da sfruttare come autofinanziamento

  • sono già impiegati in una StartUp e per 100 euro in più verranno da te

  • sono appena stati assunti da un'Azienda che li ha ben formati e per 500 euro in più e lo smart working verranno da te

  • sono indecisi sul cosa fare (StartUp, carriera accademica, astronauta, calciatore, cryptotrader, velina...) e tanto per non stare a casa a sorbire le paternali dei due dinosauri decidono di concederti l'opportunità di dimostrargli quando sei capace di motivarli e tenerteli

  • hanno fatto un paio d'anni di esperienza in cui hanno lavorato un po' con React, un po' con Angular, un pizzico di Node.js, una spolverata di PHP e un'annusata di Python. Sono dei FULL-STACK e ti costeranno lacrime e sangue perché loro le mani con quella roba vecchio stile che state pensando voi mica la toccano

  • poi ci sono i senior, che purtroppo sono inarrivabili sia per il budget sia perché con un mutuo sulle spalle probabilmente non hanno troppa voglia di avventure modaiole

Riassumendo in una parola: precarietà.
Ma la tua come imprenditore, non quella dei tuoi dipendenti. Ma questo già lo sai visto che sei uno Startupper, comunque nel Business Plan metti pure a budget il turn-over che diventerà un socio da finanziare a peso d'oro.

Veri Talenti o Rampolli Viziati?

In questi ultimi 5 anni ho conosciuto veri talenti.
Sono il 5% dei ragazzi che ho incrociato. Quelli dovevano assolutamente fare impresa, buttarsi nell'innovazione e nel cercare di dar vita a qualcosa di grande.

Tutti gli altri sono bravissimi tecnici, professionisti capaci, ma non veri talenti. Per cui l'atteggiamento da "prima donna" un po' stona con il rumore di fondo di un'economia che si frantuma e si disgrega a vista d'occhio.

Gli imprenditori non sono certo benefattori, ma neppure il male assoluto e la maggior parte dei piccoli imprenditori andrebbero premiati come eroi e non marchiati come sfruttatori.

Oggi, nel 2022, tenere aperta una Piccola Impresa con i costi del personale e dell'energia è davvero una cosa eroica.
Quando uno di questi imprenditori offre un lavoro andrebbe ringraziato e non deriso per non aver indicato una RAL da urlo o non essere stato in grado di dimostrare la propria capacità di innovazione e di lasciare i tornitori in "smart working".

Io per mestiere aiuto gli imprenditori risolvendo loro problemi tecnici, che siano grandi Aziende o piccole imprese e StartUp (in cui spesso investo in prima persona).
In oltre 30 anni di attività non ho mai incontrato un vero sfrutattore.
Invece devo dire di aver conosciuto persone eccezionali, imprenditori illuminati che hanno sempre costruito valore e dato ai propri dipendenti uno stipendio dignitoso a costo di rinunciare spesso al proprio.

Per cui non credo che quello che stiamo vivendo sia un problema causato dalle Imprese che improvvisamente si sono trasformate in macchine per sfruttare i lavoratori.

Credo invece che sia un problema che abbiamo causato noi come genitori, come insegnati, ma soprattutto come classe dirigente e politica.

Mi fermo qui per non andare troppo fuori tema. Decidete voi di chi sono le colpe, se della scuola, se della politica o del COVID-19.
Resta il fatto che se non si trova personale in grado di affrontare la sfida assieme alle imprese, non ci resta poi molto su cui fare polemica.